Nehemiah Curtis “Skip” James, nato a Bentonia nel giugno 1902, fu cantante blues, chitarrista, pianista e autore statunitense. Apprese lo stile pizzicato, veloce e pulito, dal suo mentore musicale Henry Stuckey e si caratterizzò per usare l’intero registro della chitarra con forti e ipnotici bassi. Da adolescente cominciò a suonare l’organo e sempre giovanissimo, per mantenersi, si mise a lavorare come operaio nella costruzione di strade. La prima registrazione sul mercato I’m So Glad per la Paramount Records, nel 1931, finì nell’oscurità insieme a lui a causa della Grande Depressione. Smise di esibirsi e divenne direttore del coro nella chiesa di suo padre, un contrabbandiere convertito che si fece predicatore. Dopo trenta lunghi anni nell’anonimato, nel 1964, James dal carattere schivo e volubile, fu riscoperto da tre amanti del blues: John Fahey, Bill Barth e Henry Vestine e prese parte a parecchi festivals, fra cui il Newport Folk Festival, riscuotendo finalmente un grande successo. Morì purtroppo pochi anni dopo nel 1969 a Philadelphia.

Le sue canzoni adattate o reinterpretate hanno influenzato diverse generazioni di musicisti: Kansas Joe McCoy, Robert Johnson, Alan Wilson, Cream, Deep Purple, Chris Thomas King, Alvin Youngblood Hart, Big Sugar, Eric Clapton, Lucinda Williams, Rory Block e altri.

Robert Johnson, nato in Mississippi nel 1911, fu cantautore e chitarrista americano. Data la scarsa documentazione, la biografia aleggia nel mistero. Si narra che fece un patto col diavolo per raggiungere il successo in cambio della sua anima. Era un performer itinerante. Suonava in locali, angoli di strada e feste notturne. In vita ebbe pochi riconoscimenti. Solo con l’uscita dell’LP King of the Delta Blues Singers nel 1961 le registrazioni raggiunsero un pubblico vasto. Per Eric Clapton fu il più importante cantante blues mai esistito. È 5° nella lista Rolling Stone dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi. Sembra fosse relativamente acculturato, gentile, indecifrabile e con una grande debolezza per alcol e donne. Ebbe due mogli che morirono entrambe dando alla luce i suoi figli. Da lì non si sposò più, ma mantenne relazioni a distanza nei luoghi in cui si recava, senza che le une sapessero delle altre. Usava cognomi diversi (almeno otto sono noti) a seconda delle circostanze. Apprese a suonare la chitarra da Zinnerman, famoso per aver imparato magicamente mentre visitava i cimiteri di notte. Nel 1936 fece la prima registrazione in Texas. Suonava faccia al muro sia per timidezza sia per una tecnica che migliorava il suono della chitarra. Era rispettato perché suonava in vari stili e per la capacità di riprodurre una canzone appena dopo un primo ascolto. Morì nel Mississippi a 27 anni nel 1938 probabilmente avvelenato dal marito di una donna con cui flirtava.

Quando Johnson suonava sembrava fosse un’orchestra a sé stante. Le sue canzoni, scritte quindici anni prima dell’avvento del genere, hanno influenzato il rock e roll. Ha avuto un forte impatto su Keith Richards, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Bob Dylan, B. B. King, Robert Plant e Mick Jagger.

McKinley Morganfield, conosciuto come Muddy Waters, nacque a Rolling Fork nel 1915. È considerato il padre del blues di Chicago oltre che grande ispirazione per quello inglese esploso nei ’60. Padre contadino musicista e madre che morì lasciando dieci figli quando lui aveva solo tre anni, Muddy seguì la nonna da cui prese il soprannome “acque fangose” per l’abitudine di sguazzare nel fango del Mississippi. Suonava a feste e pic-nic ed era raccoglitore nei campi di cotone dei bianchi. Son Slims fu uno dei suoi maestri e con lui fece le prime registrazioni nel 1942, che uscirono decenni più tardi. Si spostò a Chicago, facendo l’autista di giorno e suonando in piccoli club la sera. Presto trovò un contratto con la casa discografica dei fratelli Chess e portò in studio l’intera band: Little Walter all’armonica, Jimmie Rogers alla chitarra, Elga Edmonds alla batteria e Otis Spann al piano. Morì nel sonno nel 1983 e in suo onore un’intera zona di Chicago prese il suo nome. È inserito nella Blues Foundation Hall of Fame e nella Rock and Roll Hall of Fame, ha vinto vari Grammy Awards e gli è stato dedicato il francobollo da 29 centesimi.

Il suo nome e le sue canzoni sono stati ripresi, citati e reinterpretati da: I Rolling Stones, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Cream, Canned Heat, Bob Dylan, Led Zeppelin, The Allman Brothers Band, Paul Rodgers, AC/DC, Martin Scorsese, I Beatles, Van Morrison, Jeffrey Wright e altri.

John Lee Hooker, nato in Clarksdale nel 1917, fu cantante, chitarrista e compositore statunitense di musica blues. Proveniente da una famiglia di contadini, con dieci fratelli che potevano ascoltare solo canti religiosi, è ricordato per le composizioni basate su un unico ripetitivo accordo, suonato in modo ostinato e ipnotico. Famose anche le esibizioni in stile parlato (Talking blues). Dopo il divorzio dei genitori, il patrigno William Moore, anche lui cantante, gli diede le nozioni chitarristiche di base. E le serate a casa insieme a Blind Lemon Jefferson e Blind Blake influenzarono il piccolo John. Suonava nelle feste del paese e nei cori gospel ma, poiché i neri all’epoca erano pagati molto poco, si mise a lavorare anche in una fabbrica di automobili. Divenne frequentatore di raduni blues e dello spettacolo nero di Detroit. La carriera discografica iniziò nel 1948 con Boogie Chillen. Anche se analfabeta, fu un paroliere prolifico e registrò i brani sotto diversi pseudonimi. Ha inciso oltre 100 album e ha ottenuto una stella nella Hollywood Walk of Fame e l’inclusione nella Rock and Roll Hall of Fame. Morì a Los Altos nel 2001.

Le sue canzoni furono riprese da: Buddy Guy, Cream, AC/DC, ZZ Top, Led Zeppelin, Tom Jones, Bruce Springsteen, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Nick Cave & The Bad Seeds, Van Morrison, The Yardbirds, The Animals, The Doors, The White Stripes, George Thorogood, The J. Geils Band, The Gories, Cat Power, The Jon Spencer Blues Explosion e altri.

Chester Arthur Burnett, nato nel 1910 in Mississippi e noto come Howlin’ Wolf, fu cantante, chitarrista e armonicista statunitense. Mentre il nome gli venne dato in onore del 21° Presidente degli Stati Uniti, il soprannome viene dalle storie sui lupi cattivi che gli raccontava il nonno. Diversamente dai colleghi, Chester è sempre stato facoltoso. Tuttavia la madre, appena divorziata dal padre, lo cacciò di casa adolescente e mai gli tolse l’accusa di suonare la musica del diavolo. Nel 1930 Burnett conobbe Charlie Patton, popolare bluesman dell’epoca, da cui imparò come esibirsi e suonare la chitarra. Nel ‘41 entrò nell’esercito e fu congedato due anni dopo. Formò una band, che cambiava regolarmente, coinvolgendo i migliori musicisti esistenti perché pagava bene e subito, con tanto di assicurazione sanitaria e contributi. A 40 anni tornò a scuola per il diploma di educazione generale e poi continuare a studiare contabilità. Sposò Lillie, con cui restò per tutta la vita. L’apice del successo venne nel ‘51 e nel ’59 fu pubblicato il suo primo album: Moanin’ in the Moonlight. Tempo fa fu stampato un francobollo in suo onore e da poco è stato inserito fra i 100 migliori artisti di tutti i tempi. Tre sue canzoni sono incluse nella Rock and Roll Hall of Fame. Si spense nel 1976 nell’Illinois.

La sua canzone Little Red Rooster fu registrata dai Rolling Stones arrivando prima in classifica in Inghilterra nel 1964. Eric Clapton pagò per la sua lapide.

Charlie Patton, chitarrista e cantante, è considerato il Padre del Delta Blues. Nato in Mississippi in data incerta, forse 1891, fu uno dei più importanti musicisti americani del XX secolo. È stato cresciuto da un ex schiavo, Henderson Chatmon, che a sua volta allevò altri futuri musicisti. Per la corporatura esile e il colore della pelle, si dice Charlie fosse di origine afro-americana, messicana e indiana e di lui sembra esistere un’unica fotografia. Intorno al 1900 a Dockery avvenne l’incontro con Howlin’ Wolf, John Lee Hooker e Robert Johnson. Nello stesso periodo Charlie passò sotto la tutela di Henry Sloan. A 19 anni era un performer e cantautore completo, che aveva già composto Pony Blues, influente canzone dell’epoca. Molto prima che Jimi Hendrix impressionasse il pubblico, Patton si rese famoso per le sue esibizioni con la chitarra suonata sulle ginocchia, dietro la testa o dietro la schiena. Nonostante la statura pare che la sua voce aveva un’enorme risonanza senza amplificazione. Morì di infarto nel 1934 vicino Indianola e la sua morte non fu riportata sui giornali.